L’allergia al nichel può essere sconfitta grazie a un accurato piano alimentare. Ecco cosa mangiare per non avere problemi.
Il nichel è un metallo molto diffuso in natura, che viene impiegato nelle leghe metalliche per creare gioielli, monete, utensili e oggetti vari. Non tutti, però, sanno che anche gli alimenti contengono il nichel.

Chi è allergico a questo metallo, dunque, deve sapere in quali cibi è presente, per evitare reazioni allergiche più o meno gravi, come dermatiti, nausea, crampi, dolori addominali, disturbi gastrointestinali, affaticamento. Ma quali sono i cibi che possono essere consumati e quali, invece, quelli che sarebbe meglio evitare?
Alimenti ammessi e vietati se si è allergici al nichel
I soggetti che hanno scoperto di essere allergici al nichel devono assolutamente stare attenti alla propria dieta ed evitare i seguenti alimenti: legumi e cereali integrali (come farina integrale, avena, crusca), spinaci, pomodori, asparagi, cavolfiore, cipolle, funghi, frutta secca, cacao e cioccolato, salmone, tonno, gamberi, ostriche, pesce in scatola, caffè, the, birra, spezie (pepe, cannella, curry), bibite conservate in lattine di metallo, salse pronte e lievito in polvere.

Basterebbe già un piano alimentare ben accurato per ridurre i fastidi (ovviamente redatto da un dietologo e nutrizionista) ma, nel caso non dovesse essere sufficiente, è necessario rivolgersi al proprio medico di famiglia o a un allergologo esperto, per valutare una terapia specifica. Evitare l’assunzione dei cibi vietati dovrebbe, in ogni caso, prevenire la comparsa dei sintomi più gravi.
Al contrario, gli alimenti che hanno un bassissimo livello di nichel e possono essere consumati senza problemi sono: carne, uova, lattuga, zucchine, carote, cetrioli, peperoni, patate, mele, pere, pesche, albicocche, ciliegie, uva, latte e derivati, riso, pane, farina bianca, olio extravergine di oliva.
Allergia al nichel: i test per diagnosticarla
La diagnosi di allergia al nichel viene fatta tramite esami ad hoc. Di norma, consistono:
- nel “patch test” o test epicutaneo: vengono applicati sulla pelle, per almeno 48 ore, dei cerotti in cui è contenuto il nichel, per accertare l’insorgenza di eventuali reazioni cutanee, come prurito, gonfiore e arrossamento;
- negli esami del sangue: tramite un normalissimo prelievo ematico vengono ricercati gli anticorpi IgG specifici, legati all’allergia al nichel:
- nella dieta con l’abolizione dei cibi che contengono nichel e, poi, la reintroduzione degli stessi, per valutare la risposta dell’organismo.
Una diagnosi veloce e certa è importante per gestire anche l’eventuale terapia e ideare un piano alimentare ben preciso, che sappia aiutare i pazienti a mantenere un’elevata qualità della vita. Molto spesso, infatti, i sintomi vengono sottovalutati e i fastidi impediscono il corretto svolgimento delle attività quotidiane.