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Salute & Benessere

Hai problemi alla vista? Potrebbero presagire un ictus, ecco quando preoccuparsi

L’ictus potrebbe essere anticipato da alcuni disturbi della vista. Quali sono i sintomi da non sottovalutare?

L’ictus cerebrale può causare serissime conseguenze e, in alcuni casi, potrebbe essere mortale. Per questo motivo, agire tempestivamente risulta essenziale per limitare i danni. Secondo i recenti studi scientifici, ogni secondo che passa senza che l’ossigeno arrivi al cervello comporta la perdita di 32 mila neuroni.

Hai problemi alla vista? Potrebbero presagire un ictus, ecco quando preoccuparsi (giofil.it)

Ci sono, per fortuna, dei segnali evidenti che dovrebbero mettere in guardia i pazienti, come la debolezza da una parte del corpo, problemi a parlare (e bocca distorta), perdita della forza a un braccio, confusione, mancanza di coordinamento. Ma ci sono anche altri fondamentali sintomi, legati alla vista. Scopriamo quali sono.

Disturbi della vista in seguito a ictus: l’importanza della riabilitazione

I problemi alla vista possono essere legati al rischio ictus. Occhio, dunque, se si manifestano cecità improvvisa, offuscamenti a uno o entrambi gli occhi, la visione sdoppiata, l’emianopsia (la difficoltà a vedere gli oggetti in una parte del campo visivo).

Disturbi della vista in seguito a ictus: l’importanza della riabilitazione (giofil.it)

Tutti questi disturbi, infatti, sono legati alla cattiva circolazione negli occhi (soprattutto nella retina) oppure delle arterie vertebrali, ossia quelle relative alle vertebre cervicali. Per i medici, almeno una persona su cinque che è stata interessata da ictus ischemico ha registrato sintomi riconducibili alla vista.

Ma cosa fare se sono stati riportati danni seri? La perdita parziale o totale del campo visivo va trattata attraverso apposita riabilitazione, diretta a migliorare le funzionalità visive. In Italia, circa il 60% dei pazienti che hanno sofferto per un ictus hanno anche contratto un’emianopsia. Il trattamento è fondamentale perché il 50% guarisce entro il primo mese, mentre se il disturbo viene ignorato diventa cronico trascorsi sei mesi.

La riabilitazione (o rieducazione alla vista), al momento, risulterebbe la tipologia di intervento più efficace perché il cervello non ha la capacità di generare nuove cellule per sostituire quelle danneggiate, ma può solo riorganizzare quelle sane e riparare alla perdita derivante dall’ictus con la neuroplasticità.

È opportuno specificare che la riabilitazione visiva va eseguita dietro prescrizione medica e comporta un accertamento accurato e mirato, con lo scopo di ideare un percorso personalizzato a seconda delle esigenze del paziente. La diagnosi spetta a un oculista, un ortottista o un neurologo specializzato in ictus e ipovisione già al momento delle dimissioni dall’ospedale ma, nella maggior parte dei casi, l’interessato viene assegnato a un centro di riabilitazione per le disabilità visive.

I medici possono anche prescrivere appositi esercizi da fare a casa in autonomia, eventualmente avvalendosi di strumenti di telemedicina, che permettono di seguire il paziente da remoto.

Le informazioni contenute in questo articolo sono destinate esclusivamente a scopi informativi e non devono essere interpretate come consulenze mediche. Gli autori non sono medici e non intendono sostituirsi a professionisti della salute qualificati.
Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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